Il momento della consegna dello smartphone è, simbolicamente e nella pratica, quello dove emergono maggiormente queste problematiche. Spesso i genitori concedono uno smartphone ai propri figli preadolescenti per non farli sentire diversi. Inoltre la forte pressione sociale e commerciale contribuisce a generare l’impressione che non ci sia modo di pensare ad un ingresso nel mondo digitale più lento e pensato.
Ci sono poi questioni delicate come la protezione dei figli quando sono fuori casa, l’inclusione nel gruppo dei pari e l’autonomia nello svolgimento di alcune operazioni quotidiane, spesso legate alla scuola, questioni che ad oggi sembrano poter essere risolte solo con la concessione dello smartphone.
Si è pensato così ad un patto di corresponsabilità per l’educazione digitale che parta dalle famiglie ma si apra alla cooperazione con altri soggetti coinvolti nell’educazione dei giovani. Siamo coscienti che l’educazione digitale non si esaurisce nella gestione di singole scelte, come in particolare l’arrivo dello smartphone, ma consideriamo questo un momento particolarmente significativo sia a livello sostanziale che simbolico nella socializzazione al digitale. Per questo motivo, il nostro lavoro parte da qui.
I PRINCIPI DELL’EDUCAZIONE DIGITALE DI COMUNITÀ
1. Educazione digitale e limiti
Per una corretta formazione all’uso dei media digitali occorrono 3 elementi:
- l’educazione ai media
- la guida e il controllo genitoriale
- un ambiente educativo coerente nel quale gli adulti di riferimento siano d’accordo su alcune regole comuni.
2. Serve una comunità!
Sia l’educazione ai media che la supervisione genitoriale fase-specifica sono azioni molto più efficaci se portate avanti in modo coordinato da una comunità.
In questo contesto l’impegno delle singole famiglie non è sufficiente: l’esperienza ha mostrato che solo una comunità unita (genitori, scuole, pediatri, istituzioni, oratori, scout, società sportive, cooperative sociali e altri contesti educativi e di vita comune), che fa squadra attorno alle famiglie, può sperare di avere successo nella diffusione di strategie efficaci per l’educazione all’uso delle nuove tecnologie.
Quando i ragazzi ricevono messaggi incoerenti dal mondo degli adulti rimangono invece disorientati e possono approfittarne per sfruttare la situazione per un loro vantaggio di breve termine. Le alleanze sono fondamentali per guidare i ragazzi, ma al tempo stesso sono faticose perché richiedono impegno, disponibilità a scendere a compromessi, ad accogliere il punto di vista degli altri adulti per trovare dei punti comuni.
Creare alleanze è una sfida, in particolare in questi tempi, ma se il benessere dei ragazzi viene messo al primo posto, allora è possibile ed è forse il regalo più prezioso che faremo loro.
3. Regole chiare e dialogo
Nell’ambito delle nuove tecnologie i ragazzi hanno bisogno di poche regole, ma chiare e coerenti per diventarne utilizzatori responsabili ed equilibrati.
Anche imparare ad attendere il momento giusto per accedere alla tecnologia desiderata fa parte di queste regole ed è fondamentale per crescere. Affinché le regole siano efficaci e aiutino i bambini ad allenarsi nell’autoregolazione, è necessario che siano accompagnate da un costante dialogo per spiegarle e al contempo dare ascolto ai bisogni dei bambini, per negoziare insieme alcune delle regole e stimolare l’adozione di strategie personali per rispettarle.
Un dialogo senza tabù e pregiudizi è una risorsa fondamentale per poter realmente proteggere i bambini nell’ambito del digitale, e al tempo stesso rimanere aggiornati approfittando della loro curiosità e velocità di apprendimento.